Sul nostro pianeta vivono 8 milioni e 700 mila specie diverse tra animali, piante, funghi, muffe, alghe e organismi unicellulari. Il censimento, il più completo redatto finora, è stato compiuto dagli scienziati della Dalhousie University di Halifax, in Canada. Tra gli organismi censiti, 6,5 milioni vivono in superficie e 2,2 milioni sott’acqua. Noi, comunque, ne conosciamo una minima parte: l’86% di tutte le specie viventi sulla terra e il 91% di quelle acquatiche deve ancora essere scoperto, descritto e catalogato. Questi numeri sono oggetto di varie interessanti stime in diverse epoche e con criteri molto diversi tra loro ed i metodi adottati finora si sono basati:

1) su proiezioni nel futuro dei tassi di scoperta di nuove specie che si sono verificati nel passato

2) su deduzioni logico-matematiche relative al numero di insetti presenti nella chioma degli alberi tropicali

3) sulla determinazione diretta della proporzione di specie non ancora scoperte all’interno di campioni di insetti prelevati in diverse regioni di foreste tropicali

4) sull’esame delle relazioni esistenti tra il numero di specie di animali terrestri e le loro dimensioni corporee (taglia).

Il Mondo animale a livello statistico è ancora ignoto per certi versi, ma ciò che conosciamo di queste creature, è sufficiente per farci apprezzare, come per la natura, la loro bellezza e perfezione, con un elemento aggiuntivo che ci accomuna, la sensibilità! Ogni specie segue semplicemente il proprio istinto, che per la maggior parte dei casi li spinge a lavori molto faticosi per costruire le proprie “case”, e proteggere i propri piccoli garantendo loro la Vita, e longevità della specie. Alcuni esseri animali sono fondamentali per garantire l’equilibrio dell’ecosistema, e di conseguenza la nostra sopravvivenza.

Personalmente credo che l’uomo derivi dal Mondo animale, tramite la selezione naturale. Secondo Darwin infatti (1838), la lotta per la sopravvivenza faceva sì che individui più forti degli altri, sopravvivessero a scapito dei meno adatti alla competizione. L’animale con zampe più lunghe, sfuggiva ai predatori più facilmente e quello con pelliccia più folta sopravviveva ai climi più rigidi. Attraverso la trasmissione dei caratteri più favorevoli, di generazione in generazione, si producevano così individui sempre più adatti, finché una specie acquisiva, rispetto agli individui di provenienza, differenze significative tali da potersi definire una nuova specie. Oggi, la teoria più accreditata è quella che ritiene l’umanità attuale essersi evoluta da un progenitore comune allo scimpanzé verso i 5-6 milioni di anni fa. Circa 2,3-2,4 milioni di anni fa dall’Australopithecus si sarebbe differenziato il genere Homo che con la specie erectus, si sarebbe diffuso dall’Africa negli altri continenti, dando vita a varie nuove specie locali. Si è riscontrata dai numerosi resti fossili, e ormai accettata da tutti, l’ipotesi che l’umanità attuale abbia avuto la sua culla in Africa, sia che i primi Sapiens si siano evoluti in quel continente e poi emigrati sostituendo Homo erectus in Asia e Homo neanderthalensis in Europa (teoria africana), sia che discendano da popolazioni di Homo erectus emigrati dall’Africa ed evolutisi poi separatamente in luoghi diversi (teoria alternativa multiregionale). L’uomo dunque durante le sue trasformazioni ed evoluzioni, ha migrato per necessità di sopravvivenza cercando cibo nelle zone con maggior concentrazione di prede da cacciare, visitando e occupando nuovi spazi magari in competizione con altri gruppi umani, alla ricerca di terre più ospitali con climi più agevoli. Gli esempi di perfezione nel mondo degli Animali sono davvero molti, come la migrazione degli uccelli che sanno esattamente quando e dove andare. Solitamente fanno due migrazioni all’anno, percorrono migliaia di chilometri, una appena nati assieme ai loro genitori verso regioni con climi più caldi e cibo migliore, ed un’altra con rotta inversa verso le regioni in cui sono nati, che per il periodo di riproduzione, hanno un clima più fresco e cibo in abbondanza. Questo per consentire una più facile gestione della crescita dei piccoli.

Il mondo dei Pinguini sfida la nostra immaginazione, in quanto a fatiche e sofferenze. Viene chiamata la marcia dei pinguini. 

Nelle regioni Antartiche, vive il pinguino imperatore che deve migrare per diversi mesi, in determinate zone per riprodursi e allevare i propri figli.  Un documentario molto famoso, La marcia dei pinguini, segue da vicino il viaggio di una colonia e successivamente una coppia di questi che affronta diverse marce affinché il piccolo possa resistere al freddo e alla fame del periodo dopo la sua nascita. Il film mostra le sofferenze dei pinguini durante la loro riproduzione, partendo dalla marcia che dall’oceano li porterà all’interno della regione ghiacciata. Qui si formeranno le coppie che si riprodurranno e aspetteranno la nascita del loro unico figlio. Alcuni piccoli muoiono dal freddo ed il motivo, è perché uno dei pinguini ha sbagliato qualche passo della loro danza facendo così cadere l’uovo nel ghiaccio  facendolo congelare… e allora la madre va a rubare il figlio ad un altro pinguino. A questo punto il padre del pinguino coverà il piccolo, mentre la madre tornerà all’oceano per prendere qualcosa da mangiare al piccolo. Di ritorno troverà il pinguino già nato e lo nutrirà mentre il padre dovrà tornare all’oceano per sfamarsi, dopo mesi di digiuno al gelo. Al ritorno troverà la famiglia ad attenderlo, dopodiché tutti i membri si separeranno facendo la loro ultima marcia annuale di ritorno all’oceano. C’è anche chi si è perso o non è riuscito ad accoppiarsi ovvero per la sua lentezza è rimasto indietro.

 

Il mondo Animale mette a dura provala Vita di ogni essere vivente, sia per il naturale destino di alcune specie, che per la legge della sopravvivenza e certe immagini provenienti dall’Africa rendono l’idea. Nella savana africana abita circa un terzo dei felini di tutto il mondo, tra cui: leone, tigre, leopardo, ghepardo, tre specie differenti di iene, tre di sciacalli e il licaone chiamato anche cane cacciatore. Queste creature dominanti e predatrici, sono davvero affascinanti da osservare, mentre sono in azione verso la preda, con la loro muscolatura possente ed una falcata decisa in continua accelerazione. Il battito cardiaco va al limite dello sforzo pur di raggiungere i due obbiettivi primordiali, mangiare e sopravvivere. Ogni creatura prima di ogni altra cosa, deve trovare cibo è naturale quindi che l’istinto di essi, porti a cacciare un’altra creatura per sopravvivere. Immagini crude e violente, spesso difficili da accettare per noi umani, ma quando si ha la vera fame, non c’è tempo per fare gli “schizzinosi”.

“Ogni mattina, in Africa, una gazzella si sveglia, sa che deve correre più in fretta del leone o verrà uccisa. Ogni mattina, in Africa, un leone si sveglia, sa che deve correre più in fretta della gazzella, o morirà di fame. Quando il sole sorge, non importa se sei un leone o una gazzella: L’importante è che cominci a correre…”

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L’istinto, ed in alcuni casi la ferocia per la sopravvivenza, sono le caratteristiche tipiche degli animali, ma c’è dell’altro in questi magnifici esemplari, Amore! I cigni selvatici, costituiscono delle coppie inseparabili: quando uno dei due muore, l’altro diventa malinconico e rifiuta di scegliersi un nuovo partner. Quando l’elefante femmina deve partorire, le altre femmine del branco rimangono di guardia, avvicendandosi per evitare che qualcuno disturbi la neo-mamma. I piccoli vengono allattati per sei mesi a turno dalle femmine del branco. Gli altri elefanti soccorrono i compagni in difficoltà e proteggono i piccoli. Generalmente sono entrambi i genitori ad occuparsi dei piccoli. Presso alcuni pesci questo compito spetta al padre. Nella maggioranza dei casi è la femmina a curare la prole, ma al maschio spetta il compito di difendere madri e figli e di procurare loro il cibo. Sia nel mondo animale che in quello umano, nelle prime ore dopo il parto avviene un intenso “dialogo” tra madre e neonato, fatto di gesti, suoni e sguardi. Secondo gli etologi, che ritengono che il comportamento materno abbia una base istintiva ed innata, non si evidenzia  alla nascita del figlio, ma deve essere innescato, ossia entra in funzione soltanto quando la madre risponde ai richiami del piccolo; si rafforza grazie al continuo scambio di segnali visivi, uditivi, olfattivi e soprattutto tattili fra i due. Ciò che accomuna questi racconti, è l’istinto per la sopravvivenza e l’amore incondizionato per il proprio figlio a costo di sacrificare la propria Vita. Gli animali sono capaci di azioni straordinarie, spesso amano a tal punto di prendersi cura  di altre specie. Ci è già capitato di vedere filmati di cuccioli  tigrotti, allattati da mamma cagnolina. Abbiamo ascoltato racconti di cani che hanno “smarrito” i propri padroncini, e dopo aver percorso migliaia di chilometri, con il solo fiuto ed istinto, hanno trovato la strada di casa. Insegnamenti, che riceviamo da esseri viventi di tutte le specie, da un insetto ad un elefante. Animali che non parlano la nostra lingua, ma comunicano benissimo tra di loro, animali che sanno fare la cosa giusta nel momento giusto, senza chiedere nulla in cambio e senza mai lamentarsi! Caratteristiche, che troppo spesso noi umani dimentichiamo, nonostante ci consideriamo la specie più evoluta. Gli animali ricorrono al loro linguaggio fin dai primi giorni di vita, riuscendo a comunicare in modo efficace, benché approssimato; comunicano fra loro sia vocalmente, utilizzando suoni stereotipati, sia ricorrendo a “richiami” odorosi, oppure esibendo colori molto vivaci.  Il linguaggio delle api studiato da VON FRISCH, è un esempio di comunicazione animale: le api che trovano del nettare eseguono una complessa serie di movimenti simili ad una danza, per comunicare informazioni rilevanti alle sue compagne: l’agitarsi violento dell’addome indica la ricchezza della sorgente; la velocità del volo aumenta quanto maggiore è la vicinanza del nettare rispetto all’alveare. Le lucciole utilizzano la luce per attrarre il partner, alcuni pesci comunicano mediante l’elettricità che producono. I lupi manifestano le loro sensazioni ed emozioni con l’espressione facciale; forniscono indicazioni sul loro territorio emettendo urina al confine; comunicano la loro posizione nel gruppo mediante segnali olfattivi. Inoltre ricorrono ad un’ampia gamma di suoni e rumori: gemono, guaiscono, abbaiano e ringhiano; infine ululano per comunicare a lunga distanza.

Se lo vogliamo, c’e’ un legame molto forte tra animali e noi esseri umani, possiamo dialogare, comunicare anche con un semplice sguardo, si tratta solo di instaurare un rapporto di credibilità, fiducia e fedeltà. Abbiamo tutti una grande ammirazione per le unità cinofile delle forze dell’ordine e degli organi di salvataggio, che senza coraggio, addestramento ed intesa con i loro cani,  non porterebbero a segno tanti ritrovamenti. Dobbiamo ringraziare i valorosi e coraggiosi conduttori,  che svolgono attività spesso estreme nei diversi territori per salvare ed assistere le persone in pericolo. Ma i cani ben addestrati di varie razze, giocano un ruolo fondamentale per il ritrovamento dei dispersi, sotto la neve in seguito alle valanghe e in mezzo alle macerie dopo disastrosi eventi sismici. Hanno fiuto, coraggio, sensibilità e determinazione, e assieme all’uomo, fanno una grande squadra con un obiettivo comune, quello di salvare vite umane. Inoltre svolgono funzioni fondamentali per le persone non vedenti. C’è un programma televisivo, dedicato alla psicologia dei cani, il protagonista Cesar Millan, è un appassionato di cani a tal punto che ha dedicato la sua Vita allo studio e comprensione della psicologia canina. E’ davvero interessante vedere come i cani ed esseri umani, possano instaurare un vero rapporto di reciproco rispetto con semplici regole che valgono per entrambe le parti. Anche i cani apparentemente più difficili da trattare, con trascorsi di violenze e abbandoni, alla fine riescono a riconquistare la fiducia.

Quando avevo dodici anni, nel paese dove sono cresciuto, girovagava un cane meticcio bianco e nero, simile ad un border collie, probabilmente abbandonato in cerca di cibo oltre che amicizie. Spesso  ci si trovava con gli amici a chiacchierare sopra un “cubo” di cemento, ed una sera nella via di quartiere,  alcuni ragazzi di poco cuore, per  divertimento lo legarono con una corda ad una ringhiera, con l’intento di fargli trascorrere così la nottata. La grande passione che ho sempre avuto per i cani, mi spinse a cercare di liberarlo, ma questi “amici”, non me lo permisero e ci allontanammo  rientrando ognuno a casa propria. Dopo mezzora con il pensiero fisso, tornai sul luogo, sciolsi il nodo di quella corda, e lo sguardo di quel cane, ancora oggi non l’ho dimenticato! Nei giorni seguenti, ogni mattino mi aspettava davanti al cancello di casa per accompagnarmi all’ingresso di scuola, non molto distante. Fino al suono della campanella delle 12.30 da là non si muoveva, in attesa di seguirmi fino a casa. Dopo alcuni giorni non l’ho più visto..  Con quel cane, si era instaurato un rapporto di lealtà e fiducia reciproca, con uno sguardo ci eravamo capiti, e  ci potevamo fidare l’uno dell’altro. Non credo  esistano degli animali cattivi,  molti cani vengono addestrati per la difesa, ma qualche proprietario “fanatico”, esagera ed incita il proprio quadrupede alla violenza. Poi leggiamo sui giornali, casi di pitbull che mordono i bambini, credo vadano valutate bene queste situazioni. Gli animali sono degli esseri venuti in pace se non aggrediti o stimolati negativamente, sono puri,  certo con le regole della sopravvivenza, ma vivono e assaporano l’Adesso sentendosi liberi. Per molti aspetti potremmo imparare molto da loro,  non hanno il pensiero del futuro incerto, non hanno paure psicologiche tramandate da qualcuno o alimentate dai media. Non sanno cos’è il giusto o sbagliato, non sanno se domani troveranno da mangiare, ma si godono semplicemente le cose che hanno, come l’ombra di una pianta che li refrigera in una calda giornata africana, o semplicemente osservare i propri cuccioli che giocano tra di loro. L’osservazione di un cespuglio mosso dal vento, potrebbe intrattenerli per qualche mezzora. Le immagini dei delfini che abitano il mare, sono sempre divertenti da osservare, meravigliosi esemplari “sorridenti”, che balzano fuori dall’acqua a prua delle imbarcazioni quasi a salutare ed accompagnare i naviganti durante le loro lunghe tratte. Gli animali ci vogliono bene, alcuni racconti provenienti dal mare aperto, parlano di balene che hanno guidato marinai, fuori dalle tempeste più avverse, portandoli in salvo. Mi viene in mente il film Castaway  diretto da Robert Zemeckis, l’attore protagonista Tom Hanks in veste di naufrago, in seguito all’ammaraggio dell’aereo FedEx sul quale viaggiava, resta bloccato in un isola dispersa e disabitata a nord della Nuova Zelanda. Sono passati 4 lunghi anni di sopravvivenza in quell’isola deserta, e finalmente riesce ad infrangere la barriera corallina, e “navigare”  in mare aperto, con una zattera che si è costruito. Dopo giorni di galleggiamento, su ciò che è rimasto dell’improbabile imbarcazione, sfinito dalla stanchezza, ustionato e disidratato, è accompagnato dal suono di una balena che gli sta accanto, che lo sveglia con dei getti d’acqua, al passaggio di una grande nave che lo porterà in salvo.. - -

Grazie Argo e Kim!

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